18 Giu Il Massaggio tra arte, spirito e bellezza
L’origine della parola “massaggio” è oggetto di discussione. Per alcuni rintracciabile nella lingua araba, “mass” o “mash” (frizionare o premere), per altri trarrebbe origine dal greco, “masso” (impastare, maneggiare).
In ogni caso, i benefici fisici e psicologici di questa pratica sono stati riconosciuti sin dall’antichità, tanto che si può senz’altro affermare che l’arte medica abbia avuto inizio proprio col massaggio.
Ippocrate di Coo (460 a.C. – 377 a.C.), padre della medicina moderna il cui nome è all’origine del celebre giuramento, sostenne in più scritti le virtù del massaggio in quanto pratica al confine tra perizia medica, arte della manipolazione e cura per lo spirito, e ne esaltò le proprietà di estrazione delle impurità del corpo e dell’animo.
Cenni ai benefici del massaggio, a metà tra corpo e mente, si trovano poi nella società romana del I°-III° secolo d.C., dove al “massista” ed al medico veniva riconosciuta pari dignità, e nel mondo musulmano del VI° secolo, quando il profeta Maometto riconobbe i giovamenti del massaggio sul corpo e lo volle parte del rito di purificazione fisica e spirituale.
Praticato e celebrato nel corso del tempo, il massaggio vive oggi un periodo di vigorosa rinascita, forte di una ricerca di principi e valori “naturali” per compensare le condizioni di stress, apprensione ed abuso di farmaci che caratterizzano la società odierna.
La ricerca scientifica ha ormai definitivamente qualificato il massaggio come terapia, sino a disciplinarne tipologie, tecniche e procedure, oltre ad indicazioni e controindicazioni cliniche.
In tal senso, le conquiste della moderna scienza fisiologica sul ruolo fondamentale della matrice extracellulare e del sistema connettivo, hanno riportato i professionisti in grado di agire su tali aspetti ad un ruolo di primaria importanza nella tutela della salute.
Il massaggio è un’arte sottile. Le mere padronanze della tecnica e dell’anatomia umana non sono infatti sufficienti se non supportate da consapevolezza e passione per l’azione che si compie, intesa nel suo complesso: se la manipolazione di muscoli e nervi richiede abilità, il benessere del paziente richiede amore.
Durante un massaggio viene a crearsi un intrinseco contatto tra le mani dell’operatore ed il corpo della persona.
Tra i cinque sensi, il tatto è certamente quello da cui più dipende la coscienza di noi stessi e la percezione della realtà che ci circonda; nella crescita troviamo nuovi canali di comunicazione, tra cui come lo sguardo o la parola, ma la necessità del contatto rimane forte e continua a stimolare sensazioni recondite che ricordiamo e riconosciamo appena riaffiorano.
La passione e la professionalità del massaggiatore sono infatti un mezzo tramite cui percepire e scoprire l’essenza più intima del paziente che si sta trattando, percepirne le vibrazioni e, più nel profondo, “ascoltarlo”.
Il professionista, che comprenda l’intersezione tra le dimensioni della tecnica e dello spirito, potrà individuare le zone del corpo dove risultino concentrati calore, tensione o blocchi di energia, e saprà adoperarsi con la tecnica di massaggio più adatta per scioglierli.
L’analisi delle varie tipologie di massaggio, da quello rilassante a quello terapeutico, da quello sportivo a quello estetico, risulterebbe probabilmente eccessiva per questo spazio, per cui sembra opportuno limitarsi qui alla categoria che i national trend mostrano essere la più diffusa e ricercata dal pubblico: i massaggi rilassanti.
Tra questi ultimi, possono distinguersi il massaggio thailandese, praticato dai monaci buddisti per ottenere un benessere emotivo e spirituale e ripristinare la corretta circolazione energetica, il massaggio cinese, espressione dell’olismo e rivolto al ristabilimento dell’equilibrio energetico, e lo stone massage, basato sull’utilizzo di pietre laviche basaltiche calde per affievolire i dolori ed eliminare le tensioni.
Un ruolo particolare è da riservarsi al massaggio ayurveda, che agisce sui principali inestetismi estetici e mira a ristabilire l’equilibrio psicofisico preservando l’armonia tra mente e corpo.
L’ayurveda può considerarsi la più antica pratica di benessere per offrire all’individuo la coscienza di sé stesso e migliorare la qualità della vita.
Sotto i profili sia qualitativo sia quantitativo, tra le figure professionali che più hanno mostrato interesse per il recupero delle antiche tecniche ayurvediche vi sono state le estetiste.
Come per i massaggi in generale, l’ayurveda si colloca sulla linea di confine tra estetica e medicina, ma oggi tale pratica è più diffusa nel settore estetico che in quello medico, posto anche che l’ayurveda è più un sistema olistico di benessere che un sistema di medicina legato alla malattia.
In questo senso, negli ultimi anni il mondo dell’estetica professionale ha conosciuto una radicale evoluzione, tale da creare una nuova concezione in cui la domanda del pubblico si rivolge quasi più al benessere che a parziali programmi di bellezza.
La sensibilità personale ha condotto ciascuno a realizzare come la propria bellezza risieda più nello stato d’animo che nei dettagli estetici. La serenità, l’equilibrio psicofisico e l’appagamento interiore trovano espressione all’esterno e si manifestano tramite una pelle luminosa e tonica, mentre stress e apprensione tendono a lasciarla spenta e senza vita.
Ad oggi, per i Centri Estetici, è fondamentale aprirsi a questa nuova esigenza e modificare l’offerta per la propria clientela. La professionista dell’estetica deve aggiornarsi ed ampliare la sua formazione tramite programmi formativi legati al mondo dei massaggi, oltre a dotare il proprio Centro di prodotti specifici, tra cui oli da massaggio professionali.
Fabio Calvi è dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Pavia, è stato borsista di ricerca presso la stessa Università e Visiting Researcher presso l’Accademia dell’Aja