LA CURA DELLA PELLE IN INVERNO

La bellezza e la salute della nostra pelle risentono particolarmente dei cambi di stagione e dei conseguenti sbalzi termici. In particolare, con l’arrivo dell’inverno e delle sue temperature rigide, è fondamentale adattare la nostra routine cosmetica per evitare problemi alla pelle, soprattutto se sensibile.

Al freddo, la pelle subisce dei cambiamenti a causa dell’adattamento dei suoi termorecettori: la temperatura cutanea diminuisce, la sudorazione e la produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee si riducono. Il calo delle temperature genera uno shock termico che stimola la produzione di una maggiore quantità di radicali liberi, alterando il film idrolipidico naturale, che protegge la pelle. Per questo motivo, in inverno si manifestano più frequentemente problematiche cutanee come arrossamenti, desquamazioni, rosacea, couperose e alcune dermatiti.

Ma da cosa dipende tutto ciò?

Dipende dal buon funzionamento o dall’alterazione del cosiddetto “microbioma cutaneo”. Cerchiamo di capire meglio cosa si intende con questo termine, che negli ultimi anni ha ricevuto crescente attenzione da parte della comunità scientifica e del settore cosmetico.

Coniato dal premio Nobel Joshua Lederberg nel 2001, il termine “microbioma” è entrato a far parte del linguaggio comune. Letteralmente, il microbioma identifica l’intera comunità di microorganismi che vivono all’interno e all’esterno dell’organismo. Lederberg lo descrive come “un sistema ecologico di microorganismi commensali, simbiotici e forse patogeni che risiedono nel corpo umano”.

Le conoscenze sulla tipologia dei microorganismi presenti nel microbioma e sulla loro importanza per la salute umana sono state approfondite con il completamento nel 2012 del “Human Microbiome Project” da parte del National Institute of Health degli Stati Uniti. Da allora, il tema del microbioma è diventato un argomento di grande rilevanza non solo nel campo cosmetico, ma anche in ambito sanitario.

Il microbioma cutaneo è la composizione di tutti i batteri buoni e potenzialmente dannosi che vivono sulla pelle: più i microrganismi del microbioma sono equilibrati e diversificati, più la pelle è sana. Di questo delicato ecosistema fanno parte batteri, funghi, acari e virus; modifiche nel loro numero o nel loro equilibrio possono causare molteplici problematiche cutanee. Fattori come età, genetica e ambiente influenzano la composizione del microbioma.

La pelle è l’organo responsabile della “relazione” tra il nostro corpo e l’ambiente circostante: non è una semplice barriera passiva, ma un organo dinamico, in continua trasformazione, che mantiene e protegge l’omeostasi dell’organismo. Inoltre, supporta la regolazione della temperatura corporea, previene l’ingresso di microorganismi patogeni e sostanze tossiche, e contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario. La pelle ospita una comunità di microorganismi che costituiscono il microbioma cutaneo. Tra i più comuni ci sono Propionibacterium acnes, che contribuisce allo sviluppo dell’acne; CorynebacteriumStaphylococcus epidermidis, che forma un biofilm protettivo; Staphylococcus aureus, che, pur essendo normalmente non nocivo, può causare infezioni in caso di pelle danneggiata; e Streptococcus pyogenes, responsabile di diverse infezioni.

In condizioni normali, il microbioma cutaneo è in equilibrio con il suo ospite, ma può essere influenzato da variabili come età, genetica, stile di vita, dieta e prodotti per la cura della pelle. Questi fattori possono provocare disbiosi cutanee, con la conseguente insorgenza di patologie come acne, psoriasi e dermatite atopica.

L’importanza dell’equilibrio del microbioma nella cosmetica

Negli ultimi anni, le scoperte relative al microbioma cutaneo hanno trovato applicazione nel settore cosmetico. I prodotti cosmetici che usiamo quotidianamente nella nostra routine di skincare possono influire sulla composizione del microbioma cutaneo, per cui è fondamentale assicurarsi che non conducano a disequilibri. Ingredienti come conservanti ed emulsionanti, sebbene necessari per la stabilità del prodotto, possono rimanere sulla pelle e alterare l’equilibrio tra i microrganismi cutanei. È importante che la loro azione preventiva sulla crescita microbica non interferisca con i batteri benefici essenziali per il benessere della pelle.

Oggi l’industria cosmetica è focalizzata nello sviluppo di prodotti che non solo non danneggiano l’equilibrio del microbioma cutaneo, ma che lo supportano, garantendo la salute dei microrganismi residenti. Le sostanze che aiutano a mantenere questo equilibrio sono classificate come “biotici” e si suddividono in tre categorie: prebiotici, probiotici e postbiotici.

Sul mercato esistono diverse formulazioni realizzate con ingredienti benefici per il microbioma cutaneo, tra cui quelli che rientrano nel concetto di “biotici”. I prebiotici, generalmente costituiti da oligosaccaridi o polisaccaridi, sono fonti nutritive selettive per alcuni microorganismi residenti. I probiotici sono costituiti da microorganismi vivi o da lisati che aumentano la quantità di batteri benefici sulla pelle. Il genere Lactobacillus è uno dei più utilizzati nelle formulazioni probiotiche. Gli effetti benefici dei probiotici nell’applicazione topica includono il miglioramento della funzione della barriera cutanea e l’inibizione della crescita di patogeni, poiché competono per le risorse e, in alcuni casi, producono sostanze ad azione antibiotica.

Infine, i postbiotici sono composti batterici e frazioni prodotte dai microorganismi che, una volta applicati sulla pelle, promuovono la salute della pelle e supportano la crescita dei batteri benefici. Questa categoria è particolarmente utilizzata nelle formulazioni cosmetiche per mantenere l’equilibrio ottimale del microbioma. Sebbene i probiotici abbiano un’efficacia maggiore, poiché sono microorganismi vivi, risulta più complesso svilupparli e utilizzarli nei prodotti cosmetici.

Marketing Team ATAR22 SpA